Vuoi Costruire una Piscina a Casa tua? Ecco la Guida Definitiva!

Piscina

Tutti i costi per permessi e le tasse da pagare se vuoi costruire una piscina a casa tua.

Sapevi che sul costo finale della realizzazione di una piscina influiscono anche i permessi da richiedere al Comune per il rilascio dell’autorizzazione? Non solo: in alcuni casi la costruzione di una piscina comporta anche un aumento delle imposte sulla casa.

Se stai pensando di costruire una piscina nel giardino di casa ti interesserà sapere che al prezzo dell’impianto (e a quello relativo alla messa in opera) bisogna aggiungere i costi da sostenere per la richiesta dei permessi.

Inoltre, dovrai considerare il fatto che la costruzione di una piscina potrebbe portare a un cambio della classe catastale del tuo immobile. Quasi certamente verrebbe considerato di lusso e quindi soggetto a una tassazione più elevata.

Se costruisci la piscina presso la prima casa, decretando così il passaggio alla categoria catastale A/1, dovrai cominciare a pagare l’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili). Come è noto, per le prime abitazioni di proprietà sono previste alcune agevolazioni fiscali come appunto quelle che esonerano dal pagamento di IMU e TASI. Tali agevolazioni vengono meno quando l’immobile è do classe A/1, A/8 o A/9, ossia se è di lusso.

È bene precisare, però, che la costruzione di una piscina a casa non implica automaticamente il passaggio di classe dell’abitazione. Affinché ciò avvenga, infatti, devono sussistere determinate condizioni che analizzeremo nel prosieguo dell’articolo.

Prima di tutto, però, vediamo quali sono i permessi da chiedere per la costruzione della piscina. E verifichiamone anche i costi!

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Quali sono i permessi necessari?

La realizzazione della piscina in Italia non rientra tra le attività di edilizia libera. Prima di dare avvio ai lavori dovrai per forza rivolgerti al Comune in cui è situato l’immobile e chiedere le informazioni relative al rilascio dei permessi.

Sapevi che ogni Comune è autorizzato ad adottare delle regole differenti in tema di permessi edilizi? Dunque, prima di prendere qualsiasi decisione, ti consigliamo di andare all’ufficio comunale − magari insieme a un geometra o a un architetto − e di verificare quali sono le norme del piano regolatore e l’eventuale presenza di vincoli paesaggistici da rispettare.

Solitamente i permessi necessari per la costruzione di una piscina sono due:

  • la SCIA, ossia la segnalazione certificata di inizio attività;
  • il permesso a costruire.

Per quanto riguarda i costi di questi due permessi è impossibile fare una valutazione generica visto che i prezzi variano in base al Comune. Ciascuna amministrazione è libera di decidere quali tariffe applicare in base alla tipologia di intervento. Solitamente, comunque, per il rilascio di una SCIA sono necessari dai 250 ai 1.000€.

Quanto appena detto vale anche per il permesso a costruire, per il quale le tariffe variano in base alla località e alla tipologia dei lavori da effettuare. Solitamente comunque il prezzo per metro quadrato si aggira tra gli 80 e i 100€.

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Lavori per la costruzione della piscina: quale aliquota IVA?

Sui costi da sostenere per la messa in opera della piscina si applicano le aliquote IVA agevolate previste per la realizzazione degli immobili qualificabili come “prima casa”.

Di conseguenza, si applicano le seguenti aliquote:

  • IVA al 4%: se la piscina viene costruita contestualmente alla prima casa, ossia all’interno del permesso a costruire originario;
  • IVA al 10%: se la piscina viene costruita successivamente alla costruzione della prima casa, ma viene comunque inclusa in un progetto di ristrutturazione edilizia;
  • IVA al 22%; per tutti gli altri casi.

È bene ricordare che queste agevolazioni non si applicano quando l’immobile è accatastato nelle categorie A/1, A/8 o A/9; in questi casi, infatti, l’aliquota è sempre del 22%.

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Altre tasse

La costruzione di una piscina prevede altre tassazioni solo quando questa comporta il passaggio di classe dell’abitazione ad A/1 (immobile di lusso).

Solitamente questo avviene quando la piscina è di almeno 80 metri quadrati di superficie. Per le piscine più piccole, quindi, la categoria catastale dell’immobile resta invariata.

Ma c’è da fare una precisazione. Per essere considerato di lusso, infatti, l’immobile può avere anche una piscina di qualunque dimensione, purché sussistano almeno altre 3 caratteristiche di quelle elencate di seguito:

  • più grande di 160 mq (esclusi terrazzi, balconi e cantine);
  • terrazze di superficie superiore ai 65 mq;
  • presenza di ascensori nell’immobile;
  • scale di servizio (non previste per legge);
  • scale rivestite di materiale pregiato;
  • altezza libera del piano superiore maggiore di 3,30m;
  • posta di ingresso agli appartamenti da scala interna in materiale pregiato;
  • campo da tennis con superficie superiore a 650 mq;
  • infissi con particolari caratteristiche;
  • pareti con particolari caratteristiche;
  • soffitti con particolari caratteristiche;
  • pavimenti con particolari caratteristiche.

Se non sussistono almeno tre di queste condizioni e la piscina ha una dimensione inferiore agli 80 mq, l’immobile non cambia classe catastale.

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Tieni presente che la piscina dopo essere stata costruita va comunque accatastata e ciò comporta un aumento della rendita catastale. Si tratta del valore fiscale che viene utilizzato per il calcolo dell’IMU (quando prevista), dell’imposta su donazioni e successioni, sull’imposta ipotecaria e su quella catastale.

La piscina, comportando un incremento della rendita catastale, influisce sull’aumento delle varie tasse previste sulla casa.

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