Per esempio, quanto costerà il controllo?
A quanto ne sappiamo, si dovrebbe aggirare tra i 300, per la bassa tensione, e i 600-800 euro per la media.
La delibera 786/2016 non dice nulla riguardo a eventuali obblighi per quanto attiene agli impianti con interfaccia integrata nell’inverter. Ma la norma CEI 0-21 dice esplicitamente che la manutenzione è obbligatoria per tutti, riprendendo un concetto che si applica agli impianti elettrici in generale.
“All’attivazione dell’impianto − si precisa nel documento − e nel periodo di vigenza del regolamento di esercizio l’Utente produttore è tenuto a eseguire i controlli necessari ed una adeguata manutenzione dei propri impianti al fine di non arrecare disturbo alla qualità del servizio della rete.
Le attività di manutenzione sono, infatti, un requisito fondamentale per mantenere costantemente efficiente l’impianto (in particolare il dispositivo di interfaccia) e quindi garantire il rispetto dei principi generali di sicurezza e la qualità della tensione di alimentazione, previsti dalle normative vigenti. Esse sono un preciso obbligo richiamato dalla legge (art. 15 del D.lgs. 09/04/2008 n. 81 e art. 8 del DM 22/01/08 n. 37) e possono essere svolte in conformità alle guide CEI di riferimento (ad es. la Guida CEI 64-14 e la Norma CEI 64-8 per gli impianti in BT, ecc.)” (p. 195)
D’altra parte, poco più sotto la CEI 021 parla solo di manutenzione nel caso di uso della cassetta prova relè, lo stesso regolato dalla direttiva AEEGSI 786/2016.
Gli altri impianti fotovoltaici sono quindi esclusi da ogni obbligo di manutenzione?
Probabilmente sì. Perché disporre dell’interfaccia nell’inverter assicura che sia lo stesso software dell’inverter a escluderlo dalla rete in caso di malfunzionamento.
In realtà, non è proprio così: lo stesso CEI specifica nelle FAQ dedicate a questi temi che esiste comunque un obbligo per il titolare dell’impianto di verificare una volta l’anno il corretto funzionamento dell’inverter, azionando la funzione autotest e annotando il risultato del test sull’apposito registro di manutenzione, senza dover però obbligo di riferire al distributore elettrico.
Leggiamo direttamente dal documento. “I titolari degli impianti di produzione in esercizio e connessi alle reti MT e BT di potenza fino a 11,08 kW, o con SPI integrato, devono eseguire le prove sul SPI tramite autotest ogni anno e riportarle su apposito registro, senza inviare i risultati al Distributore”.
Il problema è che è nebulosa la definizione di registro di manutenzione, che ben pochi proprietari di piccoli impianti FV hanno o hanno sentito nominare. E, in assenza di norme specifiche e relative sanzioni, più che un obbligo, questo del CEI sembra un consiglio.
In ogni caso, anche i piccoli impianti fotovoltaici andrebbero comunque revisionati periodicamente.
Non solo per non correre rischi, ma anche per evitare di perdere parte dell’energia teoricamente producibile.
Quindi un controllo di tanto in tanto, anche se non obbligatorio, sarebbe opportuno. Questo è il consiglio di Easy Service Solutions! A presto!