Recuperare e Ristrutturare la Cantina: Ecco la Guida Definitiva!

Ristrutturare la cantina

Tutto quello che devi sapere per ristrutturare la cantina. La hai utilizzata per anni come locale in cui accatastare mobili in disuso, avanzi da interventi domestici, manufatti di ogni tipo? è difficile persino muoversi al suo interno? Ecco la guida che fa per te!

Può fare comodo avere una cantina seminterrata, uno spazio dove riporre tutto quello che al momento non serve, ma che può tornare utile in futuro. Il rischio è che, a furia di ammucchiare cose senza criterio, il locale si riempie disordinatamente, rendendo impossibile una pulizia anche sommaria e diventando habitat di insetti e altri sgraditi
inquilini.

Ristrutturare la cantina

La cantina prima dello sgombero

Di’ la verità: c’è voluto un atto di coraggio per sgomberare l’intera cantina con diversi viaggi in discarica, vero? Hai tenuto solo ciò che può effettivamente essere riutilizzato? Ci saranno comunque attrezzi da palestra, per le tue passioni musicali, per le attività del tempo libero che difficilmente avranno uno spazio proprio tra le
mura domestiche.

La cantina svuotata

È possibile realizzare tutto ciò per conto tuo, senza l’intervento di professionisti. In fin dei conti si tratta di un locale secondario che non richiede particolari finiture.
Con una buona dose di pazienza, olio di gomito e qualche fine settimana impegnato nel recupero del locale, ci si può mettere in campo e risparmiare un bel po’ di soldi.

La spesa per l’acquisto dei materiali necessari è di circa 750 euro. L’incidenza maggiore è quella delle piastrelle per la pavimentazione. Basta girare un po’ di
magazzini edili, fino a trovare una partita di piastrelle 30×30 cm di fine serie che è possibile acquistare a 15 euro/mq: offerte di questo tipo sono piuttosto ricorrenti e interessano anche materiali di buona qualità. Il risultato finale è davvero ottimo.

Ristrutturare la cantina

Un paziente ripristino

 1.    Dopo lo svuotamento della cantina, si effettua una pulizia grossolana delle pareti, con una scopa di saggina prima e con una spazzola a setole dure poi, per eliminare le parti che si sfogliano con maggior facilità. Occorre poi un paziente lavoro con la lama della spatola, agendo da diverse direzioni, per rimuovere le porzioni di finitura e di intonaco che risultano ancorate solo in apparenza.

2.    Una seconda pulizia con scopa e aspirapolvere prepara le pareti al risanamento con un prodotto cementizio adatto ai locali umidi. Se lo strato rimosso è troppo profondo per essere colmato in una sola fase, bisogna applicare con la cazzuola un primo strato di malta e, dopo l’asciugatura, sovrapporre un secondo strato, livellandolo e raccordandolo con l’intonaco esistente con una manara liscia.

3.    Prima della completa asciugatura, la superficie va lisciata con un frattazzo di spugna inumidito. Sarebbe opportuno, a questo punto, disporre di una stufetta che acceleri l’asciugatura in profondità prima di procedere con i lavori.

4.    Sulle superfici va steso un prodotto fissativo, insistendo maggiormente sul nuovo intonaco, per limitare l’assorbenza del supporto e favorire l’aggrappaggio della finitura.

5.    A quest’ultima, in fase di diluizione, si può aggiungere un fissativo alla prima mano per garantirne l’adesione.

Intonaci risananti contro l’umidità

La caratteristica principale degli intonaci risananti è la loro composizione. All’interno si
formano zone macroporose che impediscono la migrazione dell’acqua verso l’atmosfera e, viceversa, rimangono permeabili solo al vapore acqueo. Le zone macroporose, come fossero grosse bolle, aumentano il potere isolante della muratura e i sali veicolati dall’umidità di risalita possono depositarsi all’interno di questi
alveoli. La superficie ammalorata va rimossa fin sopra il livello massimo, quindi si procede con un idrolavaggio per eliminare parti friabili e salinità residue. La finitura si effettua con prodotti che non alterino la traspirabilità.

Ristrutturare la cantina

Sottofondo rapido a secco

È molto probabile che si debba realizzare un sottofondo planare e antiumidità. Sarebbe bene utilizzare un sistema a secco basato su lastre di cemento Portland da
900x600x22 mm, con bordi scanalati per l’inserimento di elementi di giunzione,
che velocizzano il lavoro e favoriscono il perfetto allineamento dell’insieme.
L’accortezza è quella di mantenere le lastre perimetrali distaccate dalle
pareti, per interrompere la trasmissione dei rumori da calpestio. L’unico tempo
di asciugatura riguarda l’adesivo poliuretanico che va steso sui bordi prima di
inserire le piastrine di collegamento. Occorrono 12 ore prima di poter rimuovere l’eccesso e iniziare a pavimentare.

La posa delle piastrelle

1.    Prima della posa delle piastrelle occorre verificare che non vi siano sormonti da rimuovere o avvallamenti da colmare. A seguire, una passata con un aspirapolvere prepara il fondo alla posa.

2.    Per valutare quale sia la direzione di posa migliore e con meno scarto conviene verificare l’ortogonalità delle pareti e decidere, in base alle dimensioni delle piastrelle rispetto a quelle del locale, dove far ricadere i tagli. Di solito si tende una lenza al centro di due pareti parallele per posare una prima fila di piastrelle centrale su uno strato di colla. Poi si fa lo stesso con le altre due pareti per ottenere una croce centrale che fa da guida per i quattro settori da completare.

3.    La posa avanza stendendo a pavimento la colla, quanto basta per posare una dozzina di piastrelle per volta. Inconsueto, ma ugualmente efficace, l’utilizzo di una cordicella per mantenere costanti le fughe, anziché usare i crocini distanziatori.

4.    In fase di completamento del primo settore si arriva a dover effettuare il taglio delle piastrelle per completare il perimetro.

5.    Terminata la posa, torna in campo l’aspirapolvere per eliminare tutte le impurità prima di riempire le fughe. Poiché l’impasto, di consistenza cremosa, va rovesciato su porzioni di pavimento e fatto penetrare nelle fughe con una spatola di gomma, la superficie dovrà essere ben pulita.

6.    Un accurato lavaggio elimina l’eccesso di impasto e ripulisce le piastrelle dai residui. Bisogna tenere un secchio d’acqua vicino e sciacquare con frequenza la spugna, cambiando l’acqua più volte quando è troppo sporca.

Ristrutturare la cantina

Tieni presente sempre che la professionalità non si improvvisa! Se hai dubbi e/o un contesto particolare da affrontare ritienici a disposizione per valutare insieme il da farsi. L’importante è raggiungere il risultato che hai in mente.

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